FAQ sul Gastroenterologo

In questa pagina troverai le domande e le risposte più frequenti che gli utenti rivolgono al Gastroenterologo

1. Quando si va da un Gastroenterologo?

Si va dal gastroenterologo quando si manifestano sintomi persistenti o preoccupanti a carico dell’apparato digerente, che comprende esofago, stomaco, intestino tenue, intestino crasso, fegato, cistifellea e pancreas.

Ecco le principali situazioni e sintomi che dovrebbero indurre a consultare un gastroenterologo:

1.1. Sintomi Gastrointestinali Persistenti o Ricorrenti:

  • Dolore addominale cronico o ricorrente: Dolori che non passano, che si ripresentano spesso, o che non sono stati spiegati da altre cause.
  • Bruciore di stomaco (pirosi) e reflusso gastroesofageo: Soprattutto se frequenti, gravi, notturni o non controllabili con antiacidi da banco.
  • Difficoltà a deglutire (disfagia) o sensazione di “cibo bloccato” in gola o nel petto.
  • Nausea o vomito cronici o inspiegabili.
  • Gonfiore addominale persistente e flatulenza eccessiva.
  • Alterazioni dell’alvo (abitudini intestinali):
    • Diarrea cronica: episodi frequenti di feci liquide o semiliquide che durano per settimane.
    • Stitichezza cronica: difficoltà ad evacuare regolarmente, feci dure, sforzo eccessivo.
    • Alternanza di stitichezza e diarrea.
  • Sangue nelle feci: sia rosso vivo (emorroidi, ragadi, polipi, diverticoli) che scuro e catramoso (melena, che indica un sanguinamento più in alto nell’apparato digerente).
  • Perdita di peso involontaria e inspiegabile: se associata a sintomi gastrointestinali, è un campanello d’allarme importante.
  • Feci chiare, pallide o grasse (steatorrea) o urine scure.
  • Ittero: colorazione giallastra della pelle e degli occhi (sintomo di problemi al fegato o vie biliari).
  • Anemia da carenza di ferro: se non spiegata da altre cause, può indicare un sanguinamento gastrointestinale occulto.

1.2. Diagnosi o Sospetto di Malattie Specifiche:

  • Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI): Morbo di Crohn, Rettocolite Ulcerosa (diagnosi, monitoraggio, gestione delle riacutizzazioni).
  • Sindrome dell’Intestino Irritabile (SII): Per la diagnosi e la gestione dei sintomi, dopo aver escluso altre patologie.
  • Celiachia o sensibilità al glutine non celiaca: Per la diagnosi e il monitoraggio.
  • Malattie del fegato: Epatiti (virali, autoimmuni), steatosi epatica (fegato grasso), cirrosi, tumori.
  • Malattie della cistifellea: Calcoli biliari, colecistite.
  • Malattie del pancreas: Pancreatite, insufficienza pancreatica.
  • Diverticolosi o diverticolite.
  • Polipi del colon o storia familiare di tumore del colon-retto: Per screening, sorveglianza e follow-up.

1.3. Screening e Prevenzione:

  • Screening del cancro del colon-retto: Dopo i 50 anni (o anche prima se ci sono fattori di rischio o storia familiare), per effettuare colonscopie di controllo.
  • Sorveglianza per condizioni pre-cancerose: Ad esempio, esofago di Barrett.

In generale, è buona norma consultare prima il proprio medico di medicina generale. Sarà lui/lei a valutare i sintomi, effettuare una prima diagnosi differenziale e, se necessario, indirizzare verso il gastroenterologo, indicando anche eventuali esami preliminari da effettuare. Evitare il “fai da te” è importante per una diagnosi accurata e un trattamento efficace.

2. Come si Svolge la Prima visita dal Gastroenterologo?

La prima visita dal gastroenterologo è un momento cruciale per inquadrare i tuoi sintomi e iniziare il percorso diagnostico e terapeutico più adatto. Non è dolorosa e si concentra molto sul dialogo tra te e il medico.

2.1. Anamnesi (Raccolta della Storia Clinica)

Questa è la parte più importante e dettagliata della visita. Il gastroenterologo ti farà molte domande per capire a fondo la tua situazione:

  • Sintomi attuali: Ti chiederà quali sintomi avverti (es. dolore addominale, bruciore, gonfiore, diarrea, stitichezza, nausea, vomito, difficoltà a deglutire, sangue nelle feci, perdita di peso involontaria). Ti chiederà quando sono iniziati, con quale frequenza si presentano, la loro intensità, cosa li migliora o li peggiora e se ci sono stati dei cambiamenti recenti.
  • Storia medica pregressa: Ti domanderà se hai avuto in passato altre patologie, interventi chirurgici, ricoveri ospedalieri.
  • Farmaci e integratori: Dovrai elencare tutti i farmaci che assumi regolarmente, inclusi quelli da banco, integratori e prodotti erboristici. È utile portare un elenco scritto.
  • Stile di vita: Ti chiederà informazioni sulle tue abitudini alimentari, il consumo di alcol, se fumi, il tuo livello di attività fisica e se sei soggetto a periodi di stress.
  • Storia familiare: Il medico si informerà sulla presenza in famiglia di malattie gastrointestinali (es. celiachia, Morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, polipi o tumori del colon, ulcere). Questo è fondamentale perché molte patologie digestive hanno una componente ereditaria.
  • Esami e referti precedenti: Se hai già effettuato esami del sangue, ecografie, endoscopie o altri accertamenti, il medico li esaminerà attentamente. È fondamentale portare con te tutta la documentazione disponibile.

2.2. Esame Obiettivo

Dopo l’anamnesi, il medico passerà all’esame fisico:

  • Ispezione generale: Osserverà il tuo colorito, la presenza di ittero (ingiallimento della pelle o degli occhi), il gonfiore addominale.
  • Palpazione dell’addome: Premendo delicatamente (o meno delicatamente, a seconda della necessità) su diverse aree dell’addome, valuterà la presenza di dolore, masse, organomegalia (ingrossamento di fegato o milza) o distensione.
  • Auscultazione: Userà il fonendoscopio per ascoltare i rumori intestinali.
  • In alcuni casi, e se ritenuto necessario, il medico potrebbe eseguire un’ispezione della zona anale o un’esplorazione rettale digitale, soprattutto in presenza di sintomi come sanguinamento rettale o problemi di evacuazione.

2.3. Formulazione di Ipotesi Diagnostica e Indicazioni

Basandosi su tutte le informazioni raccolte, il gastroenterologo formulerà una o più ipotesi diagnostiche. A questo punto, ti spiegherà il suo ragionamento e ti indicherà i passaggi successivi:

  • Prescrizione di esami aggiuntivi: Quasi sempre saranno necessari ulteriori accertamenti per confermare la diagnosi. Questi possono includere:
    • Esami del sangue: Più specifici, ad esempio per la celiachia, infiammazione, funzionalità epatica o pancreatica.
    • Esami delle feci: Per la ricerca di sangue occulto, calprotectina (infiammazione intestinale) o parassiti.
    • Ecografie: Addome completo o anse intestinali.
    • Endoscopie: Gastroscopia (per esofago, stomaco e duodeno) o colonscopia (per l’intestino crasso), spesso con biopsie.
    • Test del respiro: Per intolleranze o Helicobacter pylori.
    • Altre indagini più complesse come TC (Tomografia Computerizzata) o RMN (Risonanza Magnetica) dell’addome, a seconda della complessità del caso.
  • Consigli sul regime alimentare: Potrebbe darti indicazioni preliminari su cosa evitare o preferire a tavola, o suggerirti di tenere un “diario alimentare” per monitorare la relazione tra cibo e sintomi.
  • Terapia farmacologica iniziale: In alcuni casi, potrebbe prescrivere una terapia farmacologica per alleviare i sintomi in attesa dei risultati degli esami.
  • Fissare una visita di controllo: Una volta ottenuti i risultati degli esami, sarà fissato un nuovo appuntamento per la valutazione definitiva e l’impostazione della terapia più appropriata.

2.4. Consigli Utili per la Prima Visita:

  • Prepara una lista scritta: Metti per iscritto tutti i tuoi sintomi, le domande che vuoi fare al medico e l’elenco dei farmaci che assumi.
  • Sii onesto e preciso: Non avere timore o imbarazzo a descrivere i tuoi sintomi. Più sarai preciso, più il medico potrà aiutarti.
  • Porta tutti i referti: Non dimenticare nessun referto di esami o visite precedenti, anche se pensi che non siano strettamente pertinenti.

Ricorda che la prima visita è un’occasione per creare un rapporto di fiducia con il medico e avviare il percorso diagnostico che ti porterà a stare meglio.

3. Che Esami fare prima di andare dal Gastroenterologo?

Ecco una panoramica degli esami che potrebbero essere richiesti o utili:

3.1. Informazioni da portare con sé:

  • Anamnesi dettagliata: preparare una lista dei sintomi che si avvertono (es. dolore addominale, bruciore di stomaco, diarrea, stitichezza, gonfiore, nausea, vomito, difficoltà digestive, perdita di peso), la loro frequenza, intensità e da quanto tempo sono presenti.
  • Storia familiare: segnalare se ci sono casi in famiglia di malattie gastrointestinali (es. celiachia, morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, polipi intestinali, tumori del colon).
  • Farmaci assunti: elenco di tutti i farmaci (anche integratori e prodotti da banco) che si stanno assumendo o che si sono assunti di recente.
  • Stile di vita: abitudini alimentari, fumo, consumo di alcol, livello di stress.
  • Precedenti esami o visite: portare con sé referti di esami del sangue, ecografie, endoscopie o altre visite mediche precedenti, anche se non strettamente legati all’apparato digerente.

3.2. Esami di laboratorio (del sangue e delle feci) che potrebbero essere utili o richiesti:

  • Esami del sangue generali:
    • Emocromo completo: per valutare lo stato di salute generale, la presenza di anemia (spesso legata a sanguinamenti gastrointestinali o malassorbimento) o infiammazioni/infezioni.
    • Funzionalità epatica: GOT/AST, GPT/ALT, Gamma GT, Bilirubina totale e frazionata, Fosfatasi alcalina (per valutare la salute del fegato).
    • Funzionalità pancreatica: Amilasi, Lipasi (in caso di sospetto coinvolgimento del pancreas).
    • Elettroliti: Sodio, Potassio, Cloro (possono essere alterati in caso di diarrea o vomito prolungati).
    • Glicemia, Colesterolo (totale, HDL, LDL), Trigliceridi: per un quadro metabolico generale.
    • VES e Proteina C Reattiva (PCR): indicatori di infiammazione generale.
    • Sideremia (ferro) e Ferritina: per valutare le riserve di ferro, spesso carenti in caso di malassorbimento o sanguinamenti cronici.
  • Esami del sangue specifici:
    • Anticorpi anti-Helicobacter pylori: se c’è il sospetto di infezione da Helicobacter pylori (causa di gastrite e ulcera).
    • Anticorpi per la celiachia: in caso di sospetto di malattia celiaca (es. anti-transglutaminasi IgA, anti-endomisio IgA, anti-gliadina deamidata IgA).
  • Esami delle feci:
    • Ricerca del sangue occulto nelle feci: per individuare sanguinamenti non visibili a occhio nudo, importanti per screening o sospetto di patologie gravi.
    • Calprotectina fecale: un marcatore di infiammazione intestinale, utile per distinguere tra sindrome dell’intestino irritabile e malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD come Morbo di Crohn o Rettocolite Ulcerosa).
    • Esame parassitologico delle feci: per la ricerca di parassiti intestinali, in caso di diarrea persistente o viaggi in aree a rischio.
    • Coprocoltura: per la ricerca di batteri patogeni responsabili di infezioni intestinali.

3.3. Esami strumentali (meno frequenti prima della prima visita, ma talvolta utili):

  • Ecografia addominale completa: può essere utile per visualizzare organi come fegato, cistifellea, pancreas, milza e reni, e individuare eventuali anomalie strutturali.
  • Test del respiro (Breath Test):
    • Urea Breath Test: per la diagnosi di infezione da Helicobacter pylori (alternativo agli anticorpi nel sangue o alla biopsia).
    • Breath Test al lattosio/fruttosio/glucosio: per diagnosticare intolleranze o la sindrome da sovracrescita batterica (SIBO).

3.4. È fondamentale sottolineare che il modo migliore per procedere è:

  1. Consultare il proprio medico di medicina generale: sarà lui a valutare i sintomi e a decidere se è necessaria una visita specialistica e quali esami preliminari potrebbero essere utili.
  2. Non fare esami “a caso”: effettuare una serie di esami senza un’indicazione precisa potrebbe generare confusione o risultati non interpretabili senza il contesto clinico fornito dal medico.
  3. Portare tutta la documentazione: alla visita con il gastroenterologo, è essenziale portare tutti i referti di esami precedenti, anche se di altri specialisti, per fornire un quadro clinico completo.

In definitiva, se si hanno sintomi gastrointestinali, il primo passo è sempre il medico di famiglia, che saprà indicare il percorso diagnostico più appropriato.

4. Che Ecografia fa il Gastroenterologo?

Il gastroenterologo è lo specialista dell’apparato digerente e, nell’ambito della sua attività diagnostica, utilizza diverse tipologie di ecografie per visualizzare gli organi interni e rilevare eventuali patologie.

Le ecografie più frequentemente eseguite o richieste dal gastroenterologo sono:

  1. Ecografia dell’Addome Completo (o Addome Superiore + Inferiore):
    • Questa è l’ecografia più comune e fornisce una visione generale di molti organi dell’apparato digerente e non solo.
    • Organi esaminati:
      • Fegato: Valuta dimensioni, struttura (es. presenza di steatosi epatica o “fegato grasso”, cirrosi, lesioni focali come cisti, angiomi o sospette masse).
      • Cistifellea e Vie Biliari: Ricerca di calcoli (colelitiasi), infiammazioni (colecistite), dilatazioni delle vie biliari che potrebbero indicare ostruzioni.
      • Pancreas: Valuta dimensioni, contorni e struttura (es. pancreatite, cisti, masse). L’esame del pancreas può essere più difficile a causa della sua posizione retroperitoneale e del meteorismo intestinale.
      • Milza: Valuta dimensioni e struttura.
      • Reni e Vescica: Anche se sono di pertinenza urologica, vengono spesso visualizzati nell’ecografia addominale completa.
      • Grossi vasi addominali: Aorta e vena cava.
    • Indicazioni: Dolore addominale, ittero, alterazioni degli esami del sangue relativi a fegato e pancreas, gonfiore addominale, sospetto di calcoli biliari o renali, follow-up di patologie note.
  2. Ecografia delle Anse Intestinali (o Ecografia Intestinale):
    • Questa ecografia è più specifica per lo studio dell’intestino (tenue e crasso).
    • Organi esaminati: Pareti intestinali, mesentere, linfonodi addominali.
    • Indicazioni: È particolarmente utile per la diagnosi e il monitoraggio delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) come il Morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa, per valutare la presenza di infiammazione, ispessimento delle pareti intestinali, stenosi, fistole o ascessi. Può essere usata anche in caso di diverticolite, sindrome dell’intestino irritabile (per escludere altre patologie), e in alcuni casi di sanguinamento gastrointestinale.
    • A volte può essere effettuata con mezzo di contrasto orale (SICUS – Small Intestine Contrast Ultrasonography) per migliorare la visualizzazione delle anse del tenue.
  3. Ecografia dell’Esofago e dell’Antro Gastrico:
    • Meno comune dell’ecografia addominale completa o delle anse intestinali, ma può essere utilizzata per valutare l’esofago e la porzione finale dello stomaco in casi specifici, ad esempio per sospetti di patologie della parete.
  4. Ecoendoscopia (EUS – Endoscopic Ultrasound):
    • Questa non è un’ecografia esterna, ma una procedura specialistica che combina l’endoscopia (l’introduzione di un tubicino con telecamera) con l’ecografia. La sonda ecografica viene posta all’estremità dell’endoscopio e introdotta all’interno del tratto digestivo (esofago, stomaco, duodeno, retto).
    • Vantaggi: Permette una visione molto più ravvicinata e dettagliata delle pareti del tubo digerente e degli organi vicini (pancreas, vie biliari, linfonodi), superando i limiti dell’ecografia esterna dovuti all’interferenza con l’aria intestinale.
    • Indicazioni:
      • Stadiazione di tumori dell’esofago, stomaco, pancreas, retto.
      • Ricerca di calcoli nelle vie biliari (coledocolitiasi).
      • Valutazione di cisti o masse pancreatiche.
      • Biopsie eco-guidate (FNA – Fine Needle Aspiration) di lesioni sospette.

È importante notare che l’ecografia è un esame operatore-dipendente, cioè la sua accuratezza e l’interpretazione dei risultati dipendono molto dall’esperienza e dall’abilità del medico che la esegue. Per questo, un gastroenterologo esperto nell’esecuzione di ecografie può ottenere informazioni diagnostiche molto precise direttamente durante la visita.

5. Cosa non fare prima di una visita Gastroenterologica?

La prima visita dal gastroenterologo è un momento cruciale per inquadrare i tuoi sintomi e iniziare il percorso diagnostico e terapeutico più adatto. Non è dolorosa e si concentra molto sul dialogo tra te e il medico.

5.1. Anamnesi (Raccolta della Storia Clinica)

Questa è la parte più importante e dettagliata della visita. Il gastroenterologo ti farà molte domande per capire a fondo la tua situazione:

  • Sintomi attuali: Ti chiederà quali sintomi avverti (es. dolore addominale, bruciore, gonfiore, diarrea, stitichezza, nausea, vomito, difficoltà a deglutire, sangue nelle feci, perdita di peso involontaria). Ti chiederà quando sono iniziati, con quale frequenza si presentano, la loro intensità, cosa li migliora o li peggiora e se ci sono stati dei cambiamenti recenti.
  • Storia medica pregressa: Ti domanderà se hai avuto in passato altre patologie, interventi chirurgici, ricoveri ospedalieri.
  • Farmaci e integratori: Dovrai elencare tutti i farmaci che assumi regolarmente, inclusi quelli da banco, integratori e prodotti erboristici. È utile portare un elenco scritto.
  • Stile di vita: Ti chiederà informazioni sulle tue abitudini alimentari, il consumo di alcol, se fumi, il tuo livello di attività fisica e se sei soggetto a periodi di stress.
  • Storia familiare: Il medico si informerà sulla presenza in famiglia di malattie gastrointestinali (es. celiachia, Morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, polipi o tumori del colon, ulcere). Questo è fondamentale perché molte patologie digestive hanno una componente ereditaria.
  • Esami e referti precedenti: Se hai già effettuato esami del sangue, ecografie, endoscopie o altri accertamenti, il medico li esaminerà attentamente. È fondamentale portare con te tutta la documentazione disponibile.

5.2. Esame Obiettivo

Dopo l’anamnesi, il medico passerà all’esame fisico:

  • Ispezione generale: Osserverà il tuo colorito, la presenza di ittero (ingiallimento della pelle o degli occhi), il gonfiore addominale.
  • Palpazione dell’addome: Premendo delicatamente (o meno delicatamente, a seconda della necessità) su diverse aree dell’addome, valuterà la presenza di dolore, masse, organomegalia (ingrossamento di fegato o milza) o distensione.
  • Auscultazione: Userà il fonendoscopio per ascoltare i rumori intestinali.
  • In alcuni casi, e se ritenuto necessario, il medico potrebbe eseguire un’ispezione della zona anale o un’esplorazione rettale digitale, soprattutto in presenza di sintomi come sanguinamento rettale o problemi di evacuazione.

5.3. Formulazione di Ipotesi Diagnostica e Indicazioni

Basandosi su tutte le informazioni raccolte, il gastroenterologo formulerà una o più ipotesi diagnostiche. A questo punto, ti spiegherà il suo ragionamento e ti indicherà i passaggi successivi:

  • Prescrizione di esami aggiuntivi: Quasi sempre saranno necessari ulteriori accertamenti per confermare la diagnosi. Questi possono includere:
    • Esami del sangue: Più specifici, ad esempio per la celiachia, infiammazione, funzionalità epatica o pancreatica.
    • Esami delle feci: Per la ricerca di sangue occulto, calprotectina (infiammazione intestinale) o parassiti.
    • Ecografie: Addome completo o anse intestinali.
    • Endoscopie: Gastroscopia (per esofago, stomaco e duodeno) o colonscopia (per l’intestino crasso), spesso con biopsie.
    • Test del respiro: Per intolleranze o Helicobacter pylori.
    • Altre indagini più complesse come TC (Tomografia Computerizzata) o RMN (Risonanza Magnetica) dell’addome, a seconda della complessità del caso.
  • Consigli sul regime alimentare: Potrebbe darti indicazioni preliminari su cosa evitare o preferire a tavola, o suggerirti di tenere un “diario alimentare” per monitorare la relazione tra cibo e sintomi.
  • Terapia farmacologica iniziale: In alcuni casi, potrebbe prescrivere una terapia farmacologica per alleviare i sintomi in attesa dei risultati degli esami.
  • Fissare una visita di controllo: Una volta ottenuti i risultati degli esami, sarà fissato un nuovo appuntamento per la valutazione definitiva e l’impostazione della terapia più appropriata.

5.4. Consigli Utili per la Prima Visita:

  • Prepara una lista scritta: Metti per iscritto tutti i tuoi sintomi, le domande che vuoi fare al medico e l’elenco dei farmaci che assumi.
  • Sii onesto e preciso: Non avere timore o imbarazzo a descrivere i tuoi sintomi. Più sarai preciso, più il medico potrà aiutarti.
  • Porta tutti i referti: Non dimenticare nessun referto di esami o visite precedenti, anche se pensi che non siano strettamente pertinenti.

Ricorda che la prima visita è un’occasione per creare un rapporto di fiducia con il medico e avviare il percorso diagnostico che ti porterà a stare meglio.

6. Come capire se si ha qualcosa all’intestino?

Capire se “si ha qualcosa all’intestino” significa imparare a riconoscere i segnali che il nostro corpo ci invia. Il benessere intestinale è fondamentale per la salute generale, e una sua alterazione può manifestarsi con una serie di sintomi.

6.1. Sintomi Comuni di Problemi Intestinali

Molti dei sintomi legati a problemi intestinali sono aspecifici, ovvero possono essere causati da diverse condizioni, dalle più lievi e passeggere a quelle più serie. Ecco i più comuni:

  • Dolore addominale: Può variare da un fastidio leggero a crampi intensi. Può essere localizzato o diffuso, continuo o intermittente.
  • Gonfiore e distensione addominale: Una sensazione di pienezza, pressione o un aumento visibile del volume dell’addome, spesso accompagnata da eccessiva flatulenza.
  • Alterazioni delle abitudini intestinali:
    • Diarrea: Feci molli o liquide, con aumento della frequenza delle evacuazioni. Può essere acuta (breve durata) o cronica (se persiste per settimane o mesi).
    • Stitichezza: Difficoltà o rara evacuazione delle feci, che sono spesso dure e secche.
    • Alternanza di diarrea e stitichezza.
  • Nausea e vomito: Soprattutto se persistenti o inspiegabili.
  • Sensazione di evacuazione incompleta: Nonostante lo sforzo, si ha l’impressione di non aver svuotato completamente l’intestino.
  • Bruciore di stomaco o reflusso gastroesofageo: Sebbene più legati all’esofago e allo stomaco, possono essere correlati a problemi intestinali sottostanti o a disturbi digestivi più ampi.

6.2. Quando Preoccuparsi e Consultare un Medico

Mentre i sintomi sopra elencati possono essere occasionali e spesso legati a dieta, stress o piccoli disturbi passeggeri, ci sono alcuni “segnali d’allarme” che dovrebbero sempre indurre a consultare un medico, preferibilmente un gastroenterologo, senza attendere:

  • Persistenza dei sintomi: Se i sintomi durano per più di qualche giorno o settimana e non migliorano con semplici modifiche allo stile di vita o alla dieta.
  • Presenza di sangue nelle feci: Sia rosso vivo (potrebbe indicare emorroidi o ragadi, ma anche condizioni più gravi) che scuro e catramoso (melena, segno di sanguinamento nella parte superiore del tratto digerente).
  • Perdita di peso involontaria e inspiegabile: Dimagrimento significativo senza cambiamenti nella dieta o nell’attività fisica.
  • Anemia da carenza di ferro: Se gli esami del sangue rilevano anemia e non ci sono altre cause evidenti (es. mestruazioni abbondanti), potrebbe indicare un sanguinamento intestinale occulto.
  • Febbre inspiegabile: Specialmente se accompagnata da dolore addominale.
  • Dolore addominale grave o che ti sveglia di notte.
  • Sintomi che compaiono dopo i 50 anni: L’età avanzata aumenta il rischio di alcune patologie intestinali.
  • Storia familiare di malattie intestinali gravi: Come malattie infiammatorie croniche intestinali (Morbo di Crohn, Rettocolite Ulcerosa), celiachia o cancro del colon-retto.
  • Difficoltà a deglutire (disfagia) o sensazione di “cibo bloccato”.
  • Ittero: Colorazione giallastra della pelle e degli occhi.

6.3. Cosa Fare se Sospetti un Problema Intestinale

  1. Non auto-diagnosticarti: Evita di trarre conclusioni affrettate o di affidarti a informazioni non verificate. I sintomi intestinali sono molto vari e possono indicare diverse condizioni.
  2. Consulta il tuo medico di medicina generale: È il primo passo fondamentale. Il medico di base valuterà i tuoi sintomi, la tua storia clinica e potrà prescrivere i primi esami di screening (come esami del sangue o delle feci) e, se necessario, indirizzarti a uno specialista (gastroenterologo).
  3. Prepara un resoconto dettagliato: Prima della visita, annota tutti i sintomi, quando sono iniziati, la loro frequenza, cosa li peggiora o li migliora. Porta con te un elenco di farmaci o integratori che assumi.

Ricorda, il tuo intestino è un organo complesso e la sua salute è cruciale. Se hai dubbi o sintomi persistenti, non esitare a parlarne con un professionista sanitario.

7. Che esame posso fare al posto della Gastroscopia?

La gastroscopia (o EGDS – EsophagoGastroDuodenoScopia) è un esame endoscopico che permette di visualizzare direttamente l’interno di esofago, stomaco e duodeno, e di effettuare biopsie o piccoli interventi (es. rimozione di polipi). Per la sua invasività, molti pazienti cercano alternative.

È fondamentale chiarire che non esiste un esame che possa sostituire completamente la gastroscopia, soprattutto se c’è la necessità di prelievi bioptici o di interventi terapeutici. Le “alternative” possono fornire informazioni utili, ma spesso non complete quanto l’endoscopia diretta. La scelta dell’esame più appropriato spetta sempre al medico gastroenterologo, che valuterà i sintomi, la storia clinica e le specifiche esigenze del paziente.

Ecco alcune opzioni e test che possono essere considerati, a seconda del sospetto diagnostico:

7.1. Per l’esplorazione visiva (senza biopsia/intervento):

  • Gastroscopia Transnasale: Questa è una variante della gastroscopia tradizionale, ma meno invasiva. Utilizza un endoscopio più sottile che viene introdotto attraverso il naso, eliminando il disagio del passaggio dalla bocca e la stimolazione del riflesso del vomito. Spesso non richiede sedazione profonda e il paziente può parlare durante l’esame. Permette comunque una visione diretta e la possibilità di effettuare biopsie. È l’alternativa più vicina alla gastroscopia tradizionale.
  • Videocapsula Endoscopica (per esofago/stomaco): Sebbene la videocapsula sia stata sviluppata principalmente per l’intestino tenue, esistono prototipi e applicazioni sperimentali anche per esofago e stomaco. Il paziente ingoia una piccola capsula monouso contenente una telecamera che trasmette immagini mentre attraversa il tratto digestivo.
    • Vantaggi: Completamente non invasiva e indolore.
    • Limiti: Attualmente, per esofago e stomaco, la sua efficacia è ancora limitata rispetto alla gastroscopia tradizionale. Non permette di prelevare biopsie, né di effettuare interventi. Il suo percorso non è controllabile e la visualizzazione può essere parziale. Non è un’alternativa valida per tutti i casi.
  • Gastroscopia Virtuale (Tomografia Computerizzata o Risonanza Magnetica): Si tratta di esami radiologici avanzati che, tramite l’utilizzo di mezzo di contrasto, possono ricostruire immagini dettagliate del tratto digestivo superiore.
    • Vantaggi: Non invasiva.
    • Limiti: Non consente la visione diretta della mucosa, né biopsie. È utile per la visualizzazione della struttura generale o di masse, ma meno per infiammazioni superficiali o piccole lesioni.

7.2. Per la valutazione funzionale o la ricerca di specifiche condizioni:

  • Radiografia dell’Esofago-Stomaco-Duodeno (RX EGD o Pasto Baritato): Il paziente ingerisce un liquido di contrasto (bario) e vengono eseguite radiografie seriate mentre il bario percorre esofago, stomaco e duodeno.
    • Vantaggi: Non invasivo come la gastroscopia. Può mostrare alterazioni morfologiche (ernie iatali, diverticoli, stenosi, ulcere di grandi dimensioni) e funzionali (motilità dell’esofago).
    • Limiti: Non visualizza la mucosa in dettaglio, non permette biopsie e non rileva lesioni superficiali o piccole. L’esposizione a raggi X è un fattore da considerare.
  • Ecografia dell’Addome Superiore/Completo: Come discusso in precedenza, può dare informazioni su fegato, cistifellea, pancreas e, in alcuni casi, le pareti dello stomaco o dell’esofago (se l’operatore è molto esperto e con condizioni favorevoli).
    • Vantaggi: Non invasiva, senza radiazioni.
    • Limiti: Non visualizza la mucosa interna del tratto digestivo in dettaglio e non può identificare patologie come gastriti, ulcere piccole, esofagite da reflusso o masse intraluminali.
  • Ecoendoscopia (EUS – Endoscopic Ultrasound): Sebbene tecnicamente sia un’endoscopia, viene inclusa come alternativa/complemento perché fornisce informazioni che la gastroscopia da sola non offre. Utilizza una sonda ecografica posta all’estremità di un endoscopio, permettendo una visione molto dettagliata delle pareti degli organi (esofago, stomaco, duodeno) e degli organi adiacenti (pancreas, vie biliari, linfonodi).
    • Vantaggi: Estremamente dettagliata per la valutazione delle strutture parietali e circostanti, permette biopsie eco-guidate.
    • Limiti: È comunque una procedura invasiva, sebbene fornisca informazioni diverse rispetto alla gastroscopia standard.
  • Test del respiro per Helicobacter Pylori (Urea Breath Test): Se il principale sospetto è un’infezione da Helicobacter Pylori (che può causare gastrite o ulcera), questo test è non invasivo e molto accurato.
  • Gastropanel (Esami del sangue): È un test ematico che misura i livelli di alcuni biomarcatori (pepsinogeni I e II, gastrina-17 e anticorpi anti-Helicobacter pylori) per valutare lo stato della mucosa gastrica (es. presenza di atrofia o infiammazione).
    • Vantaggi: Completamente non invasivo (solo prelievo di sangue).
    • Limiti: Fornisce un’indicazione indiretta sullo stato della mucosa e non sostituisce la diagnosi diretta tramite endoscopia e biopsia, ma può essere utile per uno screening iniziale o per indirizzare la necessità di una gastroscopia.
  • pH-impedenziometria esofagea: Se il sintomo principale è il reflusso gastroesofageo, questo esame monitora per 24 ore la presenza di reflussi acidi e non acidi nell’esofago, e la loro correlazione con i sintomi.
    • Vantaggi: Diagnosi precisa del reflusso.
    • Limiti: Implca l’inserimento di una sonda sottile attraverso il naso fino all’esofago, che rimane in sede per 24 ore. Non visualizza la mucosa.
  • Pep-test salivare: È un test non invasivo che misura la pepsina nella saliva, un enzima dello stomaco la cui presenza nella saliva può indicare reflusso gastroesofageo.

In conclusione, la scelta di un’alternativa alla gastroscopia dipende da:

  • Sintomi specifici: Cosa si cerca di diagnosticare.
  • Sospetto clinico: Cosa il medico ipotizza possa essere la causa dei problemi.
  • Necessità di biopsia: Se c’è il bisogno di analizzare campioni di tessuto, la gastroscopia (tradizionale o transnasale) rimane l’unica opzione.
  • Controindicazioni all’endoscopia: In rari casi in cui la gastroscopia è controindicata.

È sempre essenziale discuterne approfonditamente con il proprio gastroenterologo per prendere la decisione più informata e appropriata per la propria salute.

8. Quanto costa una visita da un Gastroenterologo?

Il costo di una visita dal gastroenterologo in Italia può variare notevolmente a seconda che tu scelga di rivolgerti al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) o a una struttura privata.

8.1. Visita tramite Servizio Sanitario Nazionale (SSN)

Se decidi di prenotare una visita tramite il SSN, il costo sarà quello del ticket sanitario. L’importo del ticket varia in base alla regione e al tipo di prestazione, ma in genere è una cifra contenuta (solitamente qualche decina di euro).

Vantaggi:

  • Costo contenuto.
  • Accesso a strutture pubbliche e specialisti riconosciuti.

Svantaggi:

  • Tempi di attesa spesso lunghi, soprattutto per le prime visite o in alcune regioni/strutture.
  • Necessità di impegnativa del medico di base.

8.2. Visita Privata

Il costo di una visita privata da un gastroenterologo può variare in modo significativo in base a diversi fattori:

  • Regione e città: Nelle grandi città o in alcune regioni, i prezzi tendono ad essere più alti.
  • Esperienza e reputazione del medico: Un primario o un gastroenterologo di grande fama può avere tariffe più elevate.
  • Tipo di struttura: Una clinica privata rinomata o un centro medico di prestigio possono avere costi maggiori rispetto a uno studio medico più piccolo.
  • Complessità della visita: Se la visita richiede più tempo o un esame obiettivo particolarmente approfondito, il costo potrebbe essere leggermente superiore.

In generale, i prezzi per una prima visita gastroenterologica privata in Italia oscillano mediamente dagli 80€ ai 250€. Alcuni studi o specialisti potrebbero richiedere cifre inferiori (intorno ai 60-70€), mentre per specialisti di altissimo livello o in determinate strutture si possono raggiungere i 250€ o anche di più.

Vantaggi:

  • Tempi di attesa notevolmente ridotti, spesso con disponibilità in pochi giorni.
  • Maggiore flessibilità negli orari.
  • Non è necessaria l’impegnativa del medico di base.

Svantaggi:

  • Costo più elevato.

8.3. Consigli Utili

  • Chiedi sempre il costo in anticipo: Prima di prenotare, sia tramite SSN (per conoscere il ticket) sia privatamente, è sempre buona norma informarsi sul costo esatto della visita.
  • Verifica le convenzioni: Se hai un’assicurazione sanitaria integrativa o fai parte di un fondo sanitario, verifica se la visita gastroenterologica è coperta e in che misura.
  • Considera il rapporto qualità-prezzo e le tue esigenze: Se hai sintomi urgenti o preferisci tempi rapidi, la visita privata può essere la soluzione migliore. Se i sintomi non sono gravi e puoi permetterti di aspettare, il SSN è un’ottima alternativa.
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